Una certa quantità di amor proprio o egocentrismo non solo è normale ma anche essenziale per la salute psicologica, per la propria autostima.
Il rischio è che questo sano narcisismo si tramuti in patologico.
Ma come si distingue il narcisismo sano da quello patologico?
Il termine narcisismo raramente è usato come un complimento verso qualcuno con una sana stima di sè.
Al contrario è usato in modo dispregiativo verso conoscenti, colleghi che troviamo sgradevoli e di cui anche invidiamo il successo e la sicurezza.
Il termine narcisismo richiama il mito di Narciso quel bellissimo giovinetto della mitologia greca, figlio di una ninfa e di un dio fluviale che innamoratosi della propria figura riflessa nell'acqua, annegò per averla voluta contemplare più da vicino. Dopo la sua morte viene trasformato nel fiore - narciso - che si piega sull'acqua.
Possiamo dire che la qualità delle relazioni interpersonali è quell'elemento che ci permette di capire di che tipo di narcisismo si tratta.
Ovvero nelle relazioni sane c'è preoccupazione per l'altro, empatia, interesse per i progetti dell'altro, capacità di tollerare l'ambivalenza, capacità di riconoscere il proprio contributo nella relazione.
Nel narcisismo patologico invece gli altri sono meri oggetti da usare per i propri vantaggi: oggetti da usare per i propri bisogni e poi abbandonare senza dare alcuna spiegazione, senza curarsi dei suoi sentimenti.
Per questo motivo di solito il narcisista patologico interrompe una relazione dopo un breve periodo di tempo soprattutto quando l'altro inizia a porre richieste relative ai propri bisogni.
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